Il Panificio Bertino

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Una decina di anni fa, mentre passeggiavo trulla trulla per le vie del quartierino, tentando di schivare le cacche di cane e le bottiglie rotte sul marciapiede di Via Galliari, mi fermai a guardare la vetrina di questo piccolo panificio in preda ai morsi della fame. Il proprietario si affacciò e ci mettemmo a chiacchierare del più e del meno, come spesso mi accade data la mia proverbiale logorrea. Ad un certo punto venne fuori che sono Ligure così lui esclamò tutto tronfio: Assaggia la nostra focaccia! E’ più buona di quella originale!  Se ne fossi stata capace, avrei alzato un sopracciglio, ma la mia mimica facciale , va un po’per i cazzi suoi, così a volte mi capita che quello che vorrebbe essere uno sguardo d’incredulità misto supponenza, diventi un espressione alla “Urlo di Munch”.

E poi mi lamento sempre di essere fraintesa.

Comunque la focaccia l’assaggiai e non era per nulla male, ma l’abitudine mi portò a ritornare solo molti anni dopo, per fare una commissione per la  mia amica Titta e adesso, non li mollo più manco se a loro, a volte, piacerebbe.

Il proprietario non c’è più da qualche anno e  adesso lo gestisce il figlio Andrea con la compagna Alice. Io mi diverto sempre un casino quando vado lì, perché entrambi sono due soggetti niente male. Alice è una donna concreta e determinata. Una gran lavoratrice, una che sa come si sta dietro ad un bancone, si fa un gran mazzo e riesce ad essere sempre brillante e sorridente. Quando entri nel negozio, non esci mai senza aver assaggiato qualcosa di nuovo o un pezzo di focaccia appena sfornata. Una goduria unica. L’unica cosa che le posso rimproverare è questa passione per il rosa.

Però a parte questo la sua dote principale è la pazienza. Altrimenti non si spiegherebbe come faccia a sopportare  da così tanto tempo Andrea.

Andrea è l’artefice di tutte le meraviglie che escono dal forno, tra le cose che preferisco ci sono la pizza con i freschi: germogli, noci, rucola e pomodoro fresco; Quella con le puntarelle e  le acciughe; la Sardenaira e quella piccante con i peperoni, che si sa, a me piace stare leggera. E naturalmente la focaccia appena sfornata che mi rimanda immediatamente alla mia infanzia. Altra meraviglia delle meraviglie è il pane e cioccolato: Una bombetta di tre etti almeno, fatta con l’impasto del pane e le gocce di cioccolato. Per un euro ti compri un poco di felicità  e chi se ne frega se quando hai finito sembri il cane quando si è rotolato nel fango. Ne valeva la pena.

Andrea ti porta a fare un giro a vedere il forno, uno dei più antichi d’Europa anche se non vuoi. Ti racconta tutta la storia e ti lascia addosso la passione per il suo lavoro anche se non gliel’hai chiesto. E’ Una persona speciale anche se mi duole ammetterlo pubblicamente perché giochiamo a dirci un sacco di cattiverie: mi chiama “picchiatella” e mi dice altre nefandezze che non si possono ripetere, comunque tranquilli, anch’io mi difendo bene. Mi tiene dieci minuti buoni tutti i giorni a parlare di cacca, perché è uno che ci tiene a sviscerare per bene l’ argomento.

Un’altra cosa per cui apprezzo questo posto è che hanno questi risi buonissimi, di una cascina del Vercellese, oltre i classici: Arborio, Carnaroli e Roma propongono Riso Venere, Rosso selvatico, Integrale e Basmati di ottima qualità ad un prezzo ridicolo rispetto ai supermercati, che se ti compri una  confezione di riso venere da 500 g capace che la paghi 4 euro e non è della stessa qualità. Io una volta gliel’ho detto ad Alice ma lei non ha mai aumentato di un centesimo. La sera, quando stanno per chiudere, mettono quello che è avanzato in un sacco fuori dalla porta per chi ha qualche difficoltà e se ne vanno ballare latino americano nel bar  a fianco. Sono una delle mie coppie preferite. Sono persone semplici, eccezionali, vere e appassionate. E sanno fare bene il loro lavoro. A me piacciono i posti così : dove sai che entri per nutrire meglio il tuo corpo e finisce che hai nutrito un po’ anche la tua anima.

 

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5 pensieri su “Il Panificio Bertino

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